Tasse alle imprese ed ai lavoratori autonomi: Ma quali sono ??

In questi giorni si è fatto un gran parlare delle aziende troppo tassate e quindi paralizzate in termini di assunzioni di nuovo personale e quant’altro.

Ma quando poi si scende nel dettaglio per capire “quali sono le tasse che pagano” le risposte hanno un che di surreale.

La prima risposta che tutti i lavoratori autonomi (e quindi anche gli imprenditori) danno è “L’IVA”. Ma come l’IVA?? Il lavoratore autonomo non versa l’IVA !!! Il lavoratore autonomo versa all’Erario solo L’IVA che si è fatta pagare dal cliente. Ovvero se incassa 100 allora 78 è il suo onorario e 22 l’IVA che chiede al Cliente per darla allo Stato. Quindi l’IVA non è pagata dall’autonomo ma dal consumatore finale!! L’autonomo la raccoglie e la consegna allo Stato. Se poi l’autonomo si convince che quei 22 sono suoi…. beh… è un problema suo… ma non è una sua tassa bensì una tassa del cliente consumatore finale che guardacaso spesso è un dipendente o un pensionato.

L’unica IVA che veramente versavano era dovuta ad una distorsione legislativa. Ovvero dovevano pagare l’IVA sulle Fatture Emesse anche se non avevano proceduto con l’incasso. Ma questa “anomalia”, se non erro, è stata rimossa dall’ordinamento fiscale.

 La seconda risposta è “il costo del lavoro”. Se un dipendente riceve 1.000€ in busta paga l’imprenditore ne paga 2.000. Quelle sono sue tasse, secondo lui. SBAGLIATO. Se un dipendente incassa 1.000€ vuol dire che versa almeno 500€ tra Irpef, addizionali Irpef e contributo al Sistema Sanitario Nazionale. Ma sono tasse del dipendente…. non dell’imprenditore. L’imprenditore, semplicemente, gira allo Stato, sostituendosi al suo lavoratore, i soldi del dipendente. Non i suoi. A suo carico restano è vero gli altri 500€ ma a sentire lui…. è tutta roba sua. Del resto è lui che tira fuori i soldi.

Ma quando lo aboliamo il “Sostituto di imposta” ???

 La terza risposta è “l’IRAP”. E qui forse ci siamo. Effettivamente è una tassa che i lavoratori autonomi pagano. E difatti su questa tassa ci si accaniscono da paura. Ogni male di Italia è dovuto all’IRAP. L’unica tassa su cui devono fare qualche conto.

 Ci sarebbe una quarta risposta: “l’IRPEF”. Ma questa è la tassa che evadono ma soprattutto, grazie alle leggi esistenti, eludono quasi sempre integralmente implementando la loro attività di costi d’azienda o di lavoro che tali non sono. Arredi casa?  Mobilia per ufficio (utili abbattuti, IRPEF non pagata). Fai un pranzo in famiglia, di compleanno, di ricorrenza = spese di rappresentanza. Vai in vacanza ? Spese di trasferta e via dicendo.

Ne posso citare decine… forse centinaia. Chiedete e vi sarà dato.

E comunque è di oggi l’informativa che gli imprenditori guadagnano meno degli operai. Non ha dell’incredibile ?? No. Succede sempre.  

E non parliamo di comportamenti al di fuori della legge.

 Provate ad ascoltare qualche conoscente che lavora in studi di commercialisti e sentirete che robe da “fantascienza” a cui ci si appoggia per permettere che ciò accada.

 Il vero “danno” per le imprese sono in realtà gli adempimenti burocratici. Le persone da “oliare” per ottenere autorizzazioni. Le richieste di documentazioni mastodontiche per partorire un semplice topolino e via dicendo.

Se i lavoratori autonomi, gli imprenditori, lottassero per questo sarei anche dalla loro parte.

 Ma per favore. Non mi parlino di tasse. Nemmeno sanno cosa sono !!! 

Ovviamente sono pronto ad ascoltare voci distoniche e discordanti. Magari ho una visione limitata e sono pronto ad allargarla.

Attendo lumi.

Tasse alle imprese ed ai lavoratori autonomi: Ma quali sono ??ultima modifica: 2014-03-26T18:27:25+01:00da alphaomeg
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4 pensieri su “Tasse alle imprese ed ai lavoratori autonomi: Ma quali sono ??

  1. più che limitata addirittura sconcertante se fosse cosi facile come dici tu perché non fai l’imprenditore.
    punto secondo, come mai una persona che guadagna 35000 €, paga l’inps il doppio di un’ operaio e ha meno servizi di tale categoria (vedi voce malattia)?.E’
    come se uno pagasse 100€ per mangiarsi una pasta in bianco.
    Punto terzo come mai l’infortunio di un artigiano è pagato il 40% e quello di un operaio l’80%.?
    Punto quarto :come mai le assenze per malattia sono in media per ogni operaio in italia (veramente vergognoso ) di un mese all’anno ,e per gli artigiani praticamente sono zero . Solo con questi soldi sai di quanto diminuirebbe la tassazione?
    Diciamo che praticamente tu sei uno di quelli a cui piace dare del ladro a chi stai sfruttando per portarti a casa ferie malattie e pensione .Ma di lavorare di voglia poca.
    Una ultima cosa .Secondo te è giusto che uno che lavora 12 o 14 ore al giorno compreso i sabati e magari le domeniche, debba ritrovarsi con la stessa paga di un fannullone, che si fa un mese di malattia ,un mese di ferie, 2 settimane di permessi pagati, in poche parole se per caso ci mettesse anche qualche permesso extra lavora 9 mesi all’anno ma ne riscuote compreso di tfr 14.
    Orribile, è come se uno facesse un lavoro da 1000€ e glene retribuissero 500
    Che non siano veramente questi i veri ladri in italia?

    • Ciao. Ti rispondo punto per punto… ma permettimi di dirti che sei andato un po’ fuori tema. Io chiedevo quali tasse pagano i lavoratori autonomi e non volevo elencare vantaggi o svantaggi di una tipologia lavorativa rispetto all’altra. Non finiremmo più di battibeccare. La mia era una domanda se vogliamo banale e tu non mi hai risposto. Ora, permettimi di rispondere ai tuoi punti.

      Punto 1 – “se è così facile perchè non fai tu l’imprenditore”. Io non ho mai detto che sia facile e nemmeno dico che un imprenditore che rischia e fatica non debba guadagnare anche 10-100-1000 volte un’operaio o un impiegato. Ma sogno un mondo dove il suo 10-100-1000 volte sia tassato quanto il mio almeno al 50%. O meglio ancora un mondo dove entrambi pagiamo al max il 30%.
      Eppoi ora che aziende e negozi chiudono… potrei dirti con lo stesso tuo tono “ma se far l’imprenditore è così difficile… fai l’operaio e campa con 1000€ al mese pagandoti in pieno tutto, dall’auto. alla benzina, ai pasti, che invece, mediamente, “scali dai costi”
      Punto 2 – Sinceramente fatico a conoscere imprenditori che dichiarino oltre 35.000€. Ma stranamente conosco tanti imprenditori che hanno case e macchine e vita lussuose. Ribadisco. Niente contro questo lusso se non fosse che qualcuno fa la vita da ricco ma paga le tasse da pezzente e la differenza… gliela metto io!!!
      Punto 3 – Torniamo a quanto sopra. Se citiamo i privilegi non finiamo più. Allora tanto per citare ti dico: come mai un artigiano ha diritto a prestiti agevolati dell’artigiancassa, con la differenza di tasso pagata dallo Stato, e un operaio deve pagarsi tutto… oppure… come mai un artigiano può costruire casa su un terreno non edificabile e pagando oneri ridotti purchè sotto la casa ci sia il suo laboratorio che spesso adibisce a cantina o magazzino? Perchè per l’artigiano l’auto e la benzina sono costi scaricabili… anche se va in ferie e per l’operaio no? Ognuno ha i suoi privilegi se ci mettiamo a fare elenchi non finiamo più.
      Punto 4 – Hai pienamente ragione. E’ un’abitudine che andrebbe colpita. Come quella del cassaintegrato che rifiuta altri lavori perchè rende meglio stare a casa pagato dallo Stato. E’ una truffa. Anzi. Una doppia truffa. Ma vuoi che ti citi quante aziende “familiari” tengono i propri congiunti al lavoro pagandoli con la Cassa Integrazione accampando difficoltà fittizie.
      E cmq… nessuna delle truffe succitate è collegata all’argomento Tasse.

      Circa la concezione del lavoro dipendente ti posso assicurare che non ovunque funziona come dici tu. Nel mio caso io lavoro 12 ore al giorno e me ne vedo pagate 8. Il resto va all’azienda. Ho un buono stipendio e ritengo che questo mi copra anche lo straordinario, le domeniche e le decine di Natali, Capodanni e Pasque fatti al lavoro. Mai una lira… un’euro di rimborso. Al max, il premio annuo riconosciuto dalla ditta che se dividessi in base alle ore fatte sarebbe poco più di 2,5 euro l’ora…. lorde… e per me che pago tutto… diventano 1.5€ netti.

      Ti ripeto. Sei andato fuori tema. Non vedrai mai nei miei scritti che un imprenditore debba guadagnare meno. Ma considero ladri quelli che guadagnano il doppio di me non pagano nulla. Perchè poi le loro analisi del sangue, i loro ricoveri ospedalieri, l’ambulanza che corre negli incidenti, la scuola per i loro figli, la sicurezza fornita da polizia, carabinieri o altro, i mezzi pubblici (di cui il biglietto non copre il costo) e via dicendo… tutte queste cose… gliele pago in parte io… anche se guadagno la metà.
      E questo non è un lamentarsi sterile. E’ dato dai numeri che citano tutti gli anni le varie fonti ISTAT, CENSIS e quant’altro. I poveri, in ITalia, sono misteriosamente sempre nel lavoro autonomo anche se giustamente non è corretto fare di tutta l’erba un fascio.

      Allora riparto con la tua affermazione. Ma se i lavoratori autonomi sono così poveri… facciano gli operai !!

  2. Questi sono dati ufficiali ISTAT e smettiamola di sostenere che gli autonomi evadono le tasse!
    Sono oltre 5 milioni i lavoratori autonomi presenti nel nostro Paese. Essi costituiscono solo il 12,5% del totale dei contribuenti Irpef, ma versano all’Erario il 13,4% (in termini assoluti pari a 19,6 mld €) del totale di questa imposta. I lavoratori dipendenti e pensionati, invece, costituiscono l’87,1% del totale dei contribuenti soggetti all’Irpef, ma versano nelle casse dello Stato l’82,4% (pari a 120,7 mld di €) del totale dell’imposta sulle persone fisiche .
    Secondo una elaborazione della CGIA di Mestre, è del tutto infondata l’ipotesi che la stragrande maggioranza delle imposte è carico del mondo del lavoro dipendente e dei pensionati. Gli autonomi, infatti, versano percentualmente di più di quanto incidono sul totale dei contribuenti Irpef .
    Viceversa, se analizziamo la categoria dei dipendenti e dei pensionati (ricordando che tra questi ultimi molti sono ex lavoratori autonomi), la percentuale del gettito a loro riconducibile sul totale dell’imposta versata allo Stato (82,4%) è inferiore all’incidenza percentuale sulla platea dei soggetti Irpef (87,1%).

    • Sinceramente con i numeri si può dimostrare tutto e il contrario di tutto. E’ sempre stato così e ne sono molto pratici gli inventori della contabilità creativa.
      Detto questo mi spiace evidenziarti come i dati che citi tu, proprio in quanto attendibili, non dimostrano assolutamente quello che dici.
      L’Irpef è un’imposta proporzionale al reddito non basata sul numero di chi la paga. Paradossalmente esistessero in Italia due soli lavoratori autonomi con un reddito di 1.000 miliardi di Euro l’uno avremmo che lo 0,0000001% della popolazione pagherebbe una cifra prossima al 10% dell’Irpef Totale. Questo ti dimostra che quello che tu porti a dimostrazione della “non evasione” dei lavoratori autonomi è assolutamente, e magari volutamente, fuorviante.
      Non solo. Vengono indicati tra i lavoratori dipendenti anche i pensionati. Questo è un artificio “furbetto” per dimostrare l’indimostrabile.
      Come dice lei stesso tra i pensionati ci sono anche i lavoratori autonomi…. e quindi per fare il calcolo corretto andrebbero quanto meno tolti tutti i pensionati.
      Non solo. L’Irpef ha un livello di no-tax area per cui chiunque ha un reddito sotto i 700€ al mese non paga nulla.
      Questo vuol dire che praticamente quasi tutti i lavoratori autonomi, che mediamente percepiscono la minima, e moltissimi lavoratori dipendenti difatto non contribuiscono.
      Quindi in quel 87,1% dei contribuenti citati alcuni milioni contano zero. Soprattutto se ex autonomi.
      Ne consegue, se togliessimo questi milioni dal numero globale delle teste paganti, che i lavoratori dipendenti sono molto minori e quindi la loro Irpef pari all’82,4% del gettito globale è molto ma molto più elevata di quella versata dai lavoratori autonomi che pertanto, grazie ai dati citati della CGIA da lei citati, dimostrano l’evasione reale.
      Del resto sarebbe sufficiente controllare i beni di rilievo circolanti (auto di grossa cilindrata, case prestigiose, barche, consumi in generale) per capire dove stanno i redditi.
      Cmq ci tengo a precisare una cosa che mediamente viene fraintesa. Io non penso che un lavoratore autonomo debba guadagnare quanto o meno di un dipendente.
      Sono assolutamente conscio dei maggiori rischi e precarietà e quindi il suo lavoro DEVE essere maggiormente retribuito.
      Ma vorrei che se un dipendente guadagna 50 e paga tasse per 25 un autonomo guadagni pure 200…. ma almeno paghi 100. E così non è. Con buona pace di tutte le lagnanze degli autonomi.
      Poi, ovviamente, ognuno di noi resterà della sua idea. Cordialmente.

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