In questi giorni si fa un gran parlare di “Cancellazione della Prescrizione” con tutta una serie di personaggi pro ma soprattutto contro.
Non fatevi trarre in inganno. La Prescrizione serve soprattutto ai ricchi, ai potenti, ai grandi delinquenti ed ai politici che potendosi assicurare avvocati “Principi del Foro” e magari giudici tolleranti riescono a procrastinare i processi fino ad arrivare alla prescrizione.
I sostenitori della prescrizione cercano di fregarvi utilizzando argomenti nobili tipo “una persona non deve restare ostaggio per sempre di un processo”.
Vero. Non è giusto essere per sempre ostaggi di un processo infinito ma è altrettanto, o forse più, ingiusto essere vittime di qualcuno che grazie alla prescrizione la fa e la farà sempre franca.
Fanno finta di voler tutelare i diritti ma tutelano soprattutto se stessi e la porta di servizio che viene loro riservata per fuggire alla pena.
Tra l’altro la legge prevede uno stop alla prescrizione solo dopo la condanna in primo grado!
E tutti gli “interessati” a lamentare che la persona non è colpevole finchè non è giudicata colpevole nei 3 ordini di giudizio.
Cari Politici/Potenti e affini. E’ vero che ci sono 3 gradi di giudizio ma se nel primo sei stato giudicato colpevole mi permetto di avere qualche dubbio in più sulla tua innocenza e pertanto mi sta bene accedere agli altri due gradi di Giudizio ma senza più comode vie di fuga.
Perché sennò, se i primi due gradi di giudizio non significano proprio niente perché conta solo il terzo, allora aboliamoli e potenziamo i giudici di Cassazione e processiamo direttamente li risparmiando tempo e costi.
Altrimenti qual è lo scopo dei primi due gradi? Mantenere avvocati e giudici?
La Costituzione, di cui molti si riempiono la bocca, tutela il diritto ad avere un processo rapido e giusto ma la stessa Costituzione tutela anche il diritto del cittadino vittima ad avere Giustizia!! O no??
Eliminiamo la Prescrizione e rendiamo celeri i processi. Questa è la vera via maestra.
Non è con il garantire un’amnistia di fatto del potente di turno che uno Stato amministra la propria Giustizia.