Povero Di Maio.
In questi giorni non mi sembra più nemmeno lui.
Il ragazzo vincente dal sorriso spocchioso e sarcastico, il numero UNO del Movimento 5Stelle (così dicevano gli altri e lui non confermava ma ci gongolava), il potenziale futuro Premier della politica italiana, non sembra più lui.
La questione Roma lo ha (temporaneamente?) sbattuto dall’altare alla polvere e la sua fretta di rivalsa, vedi la questione Chile e Pinochet, l’ha portato a strafare e a ridicolizzarsi e non solo per il qui-pro-quo geografico-storico quanto per le affermazioni e i contenuti.
E cosa succede? Succede che quel Web così tanto osannato dal Ragazzo, e da tutto il Movimento a dire il vero, è diventato ormai sempre più un ritrovo di forcaioli, qualunque sia la sponda, che protetti dall’anonimato di una tastiera non vedono l’ora di mettere in croce qualcuno specie se della squadra avversaria.
Perché in Italia non si fa politica. Si Tifa. Ed il tifo lo si fa a prescindere dalle ragioni.
Quindi quella dialettica pungente e violenta che spesso Di Maio e soci hanno usato contro gli altri, approfittando di ogni loro minimo strafalcione, ora se la ritrovano addosso.
Anche la Raggi ne sa qualcosa. Vero Pizzarotti?? Il gusto della vendetta “a freddo”.
Diciamo se non altro che ora che l’hanno rimesso con i piedi per terra mi sembra più simpatico. Meno arrogante, meno bello, meno vincente… insomma… meno!
Spero solo che riacquisti presto un po’ di serenità e non si imbarchi in altre “boutade” di qualunque genere con i conseguenti rischi di immagine.
Come insegna Manzoni si può salire più volte dalla polvere all’altar e viceversa scendere.
Spererei solo che, almeno in chi ci rappresenta, ci fosse meno tifo e più pragmatismo politico.
Quella di Di Maio fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza.
Nel frattempo io Io aspetto fiducioso. A volte i grandi errori fanno esperienza e maturano le persone. Vedremo.