L’insostenibile leggerezza di 50 sfumature di grigio

Nel prossimo inverno ci sarà l’uscita del film tratto dal libro “50 sfumature di grigio” e si prevede un successo pari, se non superiore, al libro.
Un successo tutto al femminile come del resto è stato quello della carta stampata.

Ma come mai le donne occidentali sembrano smaniare per il sado-maso e sono irrimediabilmente attratte da questo racconto ove un ricco ed affascinante personaggio, Christian Grey, instrada una giornalista, carina, ingenua e un po’ bigotta, lungo la strada di una sessualità masochista?

Credo che sull’argomento si siano già spese molte parole e molte se ne spenderanno all’uscita del film.
Ma credo altrettanto che in realtà tutto sia un gigantestco qui-pro-quo.
La donna non è affascinata dal masochismo a cui il protagonista la vorrebbe indirizzare, come spesso succede nel mondo femminile, è affascinata dal luccicante contorno della storia, dai dettagli di questa.

Il personaggio maschile è bello, curato, affascinante e soprattutto…. immensamente ricco.
La porta a cena in locali esclusivi. Ce la porta in elicottero. Le fa frequentare gli hotel più lussuosi e le fa indossare i vestiti e i gioielli più preziosi.
Perfino la sua “camera di tortura” è talmente bella e lussuosa da suscitare invidia alle suite più prestigiose.
Ecco. Questo credo che sia il vero punto vincente del romanzo; il “sogno” della donna.
L’infinita favola della “principessa e del principe azzurro” con cui fin da bambine riempiono le loro fantasie che in questo racconto viene riproposta in termini differenti dal consueto.

Ma quando poi il gioco si fa duro cominciano a nascere i distinguo. In alcune chiacchierate con amiche ho chiesto quante veramente sarebbero disposte a farsi legare, bendare, frustare e torturare da uno sconosciuto. E qui è stato tutto un fuggi fuggi, un precisare limiti, situazioni e via dicendo. In sostanza nella loro testa c’è più un gioco erotico semi-innocente fatto di bende di seta e poco più. Un briciolo di violenza per ravvivare e speziare un sesso spesso ordinario e abituale.

Sarà per questo che le vere “amanti del Sado-Maso”, le vere slave, le vere sottomesse, che conosco o che ho incontrato, hanno trovato il romanzo poco più che noioso e inconcludente (tanto è vero che la grande avventura Sado-Maso finisce praticamente alla prima prova seria in cui la protagonista viene coinvolta e da cui fugge terrorizzata).

Le nostre donne, per la gran parte, non cercano dolore e sofferenza nel sesso. Cercano solo un sogno. Vogliono sentirsi amate e per questo sono pronte a qualche trasgressione ma poco più.

Quelle che invece prediligono un ruolo da schiave sono anni luce avanti rispetto ad un racconto che sembra sfatare mille tabu’ ed invece resta sostanzialmente… ingenuo e bigotto come la sua protagonista femminile.
Queste donne non si sentono “usate” da un uomo Master o padrone che dir si voglia. Il loro essere schiave le rende appagate e felici.

Può essere considerata perversione o anomalia, come fanno molti, ma una donna amante del BDSM non è sicuramente come la protagonista del libro.

L’insostenibile leggerezza di 50 sfumature di grigioultima modifica: 2014-09-09T13:05:38+02:00da alphaomeg
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