I governi che si succedono danno le colpe di certi loro insuccessi
all’operato del governo precedente che, di volta in volta, ha
lasciato “le casse vuote”, “non ha deciso” o peggio “ha deciso
male”. Ovviamente i leader uscenti negano e contestano queste
affermazioni deviate e devianti.
In televisione, nei vari programmi politico-culturali ma anche in quelli
di meno spessore, svariati personaggi citano “dati alla mano” una
verità che la controparte, sempre “dati alla mano” confuta in modo
chiaro ed inequivocabile.
Andando indietro nel tempo ricordo che gli Apache e i Sioux erano
sempre i cattivi e che toccava “ai Nostri” arrivare di corsa a cavallo
accompagnati dallo squillo di tromba.
Tornando a tempi più recenti i buoni avevano la camicia rossa ed
i cattivi quella nera. Poi, negli anni di piombo, questa certezza
vacillò ed oggi si fatica a riconoscere chi sta indossando una certa
camicia piuttosto di un’altra.
Durante le guerre e per tutte le epoche storiche certi personaggi o
certe popolazioni sono state a turno demonizzate e spesso, a
posteriori, rivalutate.
Pensiamo ai Napoleone, Saladino, Gengis Khan.
E di nuovo oggi, davanti a tanti massacri ed alle guerre infinite,
è difficile capire dove sta il giusto tra Ebrei e Palestinesi, Hutu
e Tutsi, Serbi e Croati e Albanesi.
E noi, pacifici e paciosi italiani, sempre a spasso per il mondo a
portar la pace, ci scopriamo spesso capaci di violenze, intimidazioni,
crudeltà; spesso negate, nascoste, deviate.
Persino nella ricerca scientifica, che si desidererebbe “super-partes”,
tante scoperte nel tempo poi abbandonate sono state pianificate a
tavolino producendo documentazioni mirate alla conferma dell’obiettivo
prefissato e non mirate alla reale prova delle congetture espresse.
Perfino una semplice partita di calcio, vista in compagnia, dalla stessa
televisione, con persone che hanno idee simili e tifano la stessa squadra
comporta verità diverse. Figurarsi quando si è di squadre diverse.
Ed alla fine di tutto mi resta una sola certezza.
La Verità, quella Sacra, con la “V” maiuscola proprio non esiste.
Esistono molte verità, minuscole, ognuna valida nel suo contesto
ed assolutamente opinabile da chiunque ne sia al di fuori o anche
semplicemente in un altro angolo.
E non so perchè, ma questo mi fa sentire più insicuro.