Partigiani contro Spike Lee: ma fu sempre vera gloria?

E’ di questi giorni la polemiche tra il regista Spike Lee e l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani).

Causa del contendere il nuovo film del famoso regista americano, un regista noto per il suo cinema di denuncia, dove si insinua il dubbio che parte delle motivazioni del massacro perpetrato a Sant’Anna (titolo del film) di Stazzema fosse imputabile all’operato partigiano che a volte non esitava a compiere atti contro i tedeschi lasciando la rappresaglia di questi ricadere sulla inerme popolazione civile.

Immediata la reazione dell’ANPI che criticava questa visione ricordando i valori sacri della resistenza e della lotta di liberazione.

Ebbene, mi spiace ammetterlo, ma temo che abbia ragione Spike Lee.
Non voglio certamente mettere in dubbio l’innegabile importanza della resistenza, della lotta partigiana; ma bisogna essere obiettivi. E la realtà resta la realtà indipendentemente dagli schieramenti politici che per interessi di parte mirano a colorare tutto in base al loro, non sempre trasparente, vantaggio.
E la realtà recita un copione dove sicuramente ci sono stati casi in cui l’operato partigiano portò danni alla popolazione civile aldilà del risultato militare, magari positivo, che questo operato poteva rappresentare.

Sicuramente i cittadini di Collegno e Grugliasco (prima cintura ad Ovest di Torino che in una zona di sua natura Rossa ed operaia, venivano denominati “la Stalingrado dell’Ovest”) hanno subito sulla propria pelle un esempio simile.
Tra il 29 ed il 30 Aprile 1945 (quindi, quattro giorni dopo il 25 Aprile, data della Liberazione, quindi a guerra finita) le armate tedesche in fuga attraversano queste lande. Qualcuno, immemore della saggezza popolare che suggerisce “al nemico che fugge si costruiscano ponti d’oro”, decide un attacco che causa la morte di alcuni tedeschi.
La reazione è crudele e in piena logica nazi-fascista. Ogni morto tedesco, 10 italiani. Vengono così rastrellate, torturate ed uccise 66 persone, la gran parte giovanissime con età variabili tra 14 e 25 anni. Non c’è pietà per nessuno, nemmeno i preti.

La domanda più frequente che si è sempre fatta la popolazione locale, al di là di certe retoriche di partito sicuramente più calde negli anni 70,  è stata “Perchè?”.
Ma non solo “perchè” di tanta crudeltà tedesca ma anche “perchè” di tanta incoscienza o forse stupidità partigiana.
Poi le ragioni del vincitore sfumarono il tutto limitandosi ad esaltare il sacrificio, innegabile, dei poveri martiri valsi recentemente la medaglia d’argento al valor civile alle due città, senza porsi troppe domande.

Come ho già detto, mi spiace, ma ha ragione Spike Lee. Dopo quell’azione non tutti in zona amarono più i partigiani autori di un gesto che costò 66 morti innocenti.
E spesso nei racconti degli anziani questo dolore riaffiorava.

Se vogliamo essere intellettualmente onesti, anche se di parte, non possiamo non ammetterlo.

Partigiani contro Spike Lee: ma fu sempre vera gloria?ultima modifica: 2008-10-01T12:50:04+02:00da alphaomeg
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2 pensieri su “Partigiani contro Spike Lee: ma fu sempre vera gloria?

  1. Non c’è solo quel esempio che tu hai riportato, in Carnia (Friuli Venezia Giulia) ci sono centinaia di esempi come hai fatto tu il più clamoroso Fielis, 5 partigiani fanno un imboscata a 2 tedeschi, uno lo uccidono uno scappa, la popolazione messa a ferro e fuoco (muore il parroco ed il medico) i partigiani a bivaccare al sicuro sui monti…………..
    Ci sono poi tantissimi esempi di partigiani che la guerra la facevano per i fatti loro (uccidere il parroco per prendere l’orologio, violentare madre e figlia e ammazzarle da parte di un cugino/nipote naturalmente partigiano ecc.ecc.) e tutti questi episodi sono stati insabbiati ora sembra che tutti fossero santi…………………………………
    La guerra è brutta per tutti, ma sopratutto per le popolazioni indifese, a parte quello mia nonna diceva meglio sotto i cosacchi e tedeschi che almeno ti lasciava un minimo per vivere, i partigiani ti facevano morire di fame o botte………………..e lei l’aveva provata ……………..

  2. Un processo conclusosi a La Spezia nel 2007 ha riaffermato che la strage di Sant’Anna di Stazzema e’ stato un atto barbarico, non di rappresaglia, voluto dai Tedeschi per rompere il collegamento delle popolazioni locali con i partigiani.

    Il cosi’ tardo processo per questo eccidio di donne e bambini fu dovuto al ritrovamento, nel 1994, in uno scantinato di Roma, di un armadio con documenti relativi a questa e altre stragi.

    Il film di Spike Lee, a detta dello stesso autore del libro su cui e’ basato, e’ una rielaborazione fantasiosa di vari fatti storici.

    Ho conosciuto una partigiana che tutt’oggi vive all’estero perche’ disgustata dalle connivenze post-belliche. Mi ha mostrato foto dopo foto di compagni uccisi nei modi piu’ barbari perche’ traditi da cittadini impauriti. Quindi, non puntiamo il dito solo da una parte.

    Dopo l’armistizio di Badoglio i soldati italiani che non entravano nei ranghi repubblichini venivano uccisi, quindi per molti di loro l’unica alternativa era unirsi ai partigiani e resistere.

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