Il Caso dei Marò: Italia paese di Ominicchi e Quaquaraquà

“L’umanità la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà. Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, chè mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini. E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi. E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, chè la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre”.

Queste parole, messe da Sciascia in bocca ad un Boss Mafioso nel romanzo “Il giorno della civetta”, calzano a pennello nella vicenda dei Marò che ha diviso Italia e India e nelle odierne evoluzioni che portano l’Italia ad aver fatto un po’ di voce grossa eppoi una subitanea e timorosa ritirata appena la controparte ha guardato storto.

Non ho sicuramente una mentalità militarista e non voglio entrare nel merito di chi ha ragione/torto nè addentrarmi nelle filosofie del diritto internazionale, di cui so ben poco.

Ma per l’ennesima volta i nostri politici trovano modo di perdere la faccia. Anzi. Ancora più grave, farla perdere a tutta l’Italia. Perchè, a noi, tutti fanno paura. SEMPRE! Per motivi militari o economici o di sicurezza.
Ricordo negli anni i molti tradimenti dell’Italia: la riconsegna ai Palestinesi di un assassino come AbuAbbas, autore del dirottamento della AchilleLauro, sottraendolo agli americani ed agli ebrei; la consegna nelle mani dei Turchi di Ocalan, una specie di terrorista/patriotta Curdo rifugiatosi in Italia; per non parlare di personaggi come Toni Negri e Adriano Sofri, quest’ultimo terrorista pluriomicida condannato e lasciato fuggire prima in Francia e poi in Brasile, e chissà quanti altri che ora mi sfuggono.

Per un motivo o per l’altro noi siamo sempre quelli che facciamo il passo indietro. Che invochiamo il “diritto internazionale” che puntualmente se ne frega di noi ma che in nome di questo “diritto internazionale” abbassiamo la schiena appena ci puntano il dito contro.
E purtroppo se stai sempre chinato a 90gradi anche chi vuole parlarti negli occhi non vede di fronte a se che il tuo deretano e di questo si serve!!!

L’India ha compiuto una mossa contro il nostro ambasciatore che non si sarebbe permessa con nessun altro paese al mondo. E noi abbiamo abbassato la testa invece di fare altrettanto con l’ambasciatore indiano.
Lo so. Sarebbe stata una pericolosa escalation ma ad un certo punto occorre anche avere e dare dei punti fermi. Se siamo davvero consci di aver ragione la ragione va fatta valere. Costi quello che costi. Anche la perdita di affari commerciali. Perchè non puoi sempre mettere il Dio Denaro davanti a tutto. A volte ci sono i principi da difendere. Cosa mandi a fare i soldati a difendere le navi se poi tu non difendi i tuoi soldati? Appena un’arma è in mano a qualcuno il rischio di un uso sbagliato è sempre in agguato e va preventivato. Se pretendi la difesa delle tue rotte commerciali devi accollarti l’onere di accettarne il conseguente rischio.

Adesso si vocifera che così l’Italia ha garantito la parola data e quindi si assicura il maggior prestigio internazionale del nostro paese. Ma quando si preoccuperanno i nostri politici del credito che ha il nostro paese sui suoi stessi cittadini? Sempre esposti alla legge del più forte, in economia come in armi, sia in patria che fuori?
E questo prestigio internazionale a cosa serve se l’India disattende il diritto trattenendo i Marò eppoi clamorosamente “sequestra” il nostro ambasciatore e tutto questo “diritto internazionale” si chiama fuori e non vuol esserne coinvolto?

Grazie Governo, Grazie signor Presidente…. ci avete umiliato davanti al mondo. Avevamo proprio bisogno anche di questo!!

Il Caso dei Marò: Italia paese di Ominicchi e Quaquaraquàultima modifica: 2013-03-22T11:42:00+01:00da alphaomeg
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