Tavecchio e le apparenze

Il buon Tavecchio c’è di nuovo cascato.

Dopo le accuse di alcuni mesi fa di razzismo e sessismo nei confronti rispettivamente di neri e donne in questi giorni è passato all’antisemitismo e all’omofobia.
Non so cosa possa mancare ancora ma presto una sua nuova esternazione ce lo farà sapere.

Va bene. Il signore non riesce a dominare la propria favella che si direbbe maturata più nelle piole e nei bar, davanti a onorevoli quartini di vino, che non nei palazzi del potere e altrettanto sicuramente si dimostra poco adeguato a gestire il calcio italiano, una fabbrica ed un business multi-milionario.

Ma sinceramente, nei vari commenti radio e carta stampata, mi ha sorpreso molto scoprire che la maggior parte delle analisi e delle risposte alle interviste fossero del tipo: “uno nel suo ruolo certe cose non le dovrebbe dire”.

Ecco. Questa cosa mi disturba non meno delle parole del signor Tavecchio. Questi commenti sembrano voler dire accontentarsi di coprire la realtà con l’apparenza. Ovvero sembrano dire che “è giusto pensarle ma non bisogna dirle”. In realtà io preferirei che “uno nel suo ruolo certe cose non arrivasse nemmeno a pensarle” in quanto persona di cultura, tolleranza e ampie vedute.
Non un ultras qualsiasi che ragiona in base convinzioni di parte e spesso particolarmente ottuse rispetto alle svariate faccettature della società odierna.

Insomma, per dirla in breve, chi profetizza il “bisogna non dirle” non mi sembra così diverso da lui.

Tavecchio e le apparenzeultima modifica: 2015-11-03T16:27:23+01:00da alphaomeg
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